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La Lanterna del Popolo |
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OLIMPIADI INVERNALI Aneddoti Olimpici
1924
Medaglia in ritardo di mezzo
secolo Solo nel 1974, esattamente 50 anni dopo, si scoprirà che era stato commesso un errore di misurazione, e che il terzo gradino del podio sarebbe dovuto essere appannaggio dello statunitense Anders Haugen. Haugen all'età di 83 anni, ha ricevuto il bronzo che gli spettava nel corso di una cerimonia speciale.
1928 Hollywood chiama, Sonja risponde Ultima a Chamonix a soli 11 anni e 295 giorni, la norvegese Sonja Henie si presenta alle olimpiadi elvetiche con 16 anni ancora da compiere e vince la gara femminile di pattinaggio su figura.
Conquisterà l'oro
anche nelle due seguenti edizioni aggiudicandosi
anche 10 titoli mondiali e 6 europei. Già protagonista di un film e un documentario norvegesi, debutterà negli Usa nel 1936 col film musicale "Turbine bianco".
Sonja lavorerà per la
20th Century Fox fino alla fine degli anni '40,
prendendo parte a diverse commedie sentimentali e
musicali.
1932 Bob e pugni La medaglia d'oro nel bob a quattro viene vinta dall'equipaggio Usa1. Del quartetto fanno parte Wiliam Fiske, Clifford Barton Gray, Jay James O'Brien e Eddie Eagan. Quest'ultimo nel 1920 ad Anversa si era laureato campione olimpico nel pugilato, nella categoria mediomassimi. Eagan è l'unico atleta nella storia a cinque cerchi che abbia vinto una medaglia d'oro sia nei giochi olimpici estivi sia in quelli invernali in due discipline diverse (lo svedese Gilis Grafstrom, infatti, nel 1920 conquistò l'oro sia alle Olimpiadi estive che in quelle invernali, ma sempre nella stessa disciplina, il pattinaggio di figura).
1936
Pattinaggio, nuoto e cinema Schafer aveva partecipato, 8 anni prima, alle Olimpiadi estive nel nuoto, venendo eliminato nelle semifinali dei 200 m rana. Nel 1943 diventerà attore e prenderà parte al film "Der weiße Traum" ("Il sogno bianco").
1948 Pasticcio sul ghiaccio Il torneo di hockey su ghiaccio maschile è appannaggio del Canada. A causa di una diatriba, a Saint Moritz giungono due squadre statunitensi: una riconosciuta dal Comitato Olimpico Americano, e una dall'American Hockey Association. Il CIO decide di non far partecipare nessuna delle due, ma la Svizzera consente alla squadra dell'AHA di scendere ugualmente in campo (mentre l'altra sfila nel corso della cerimonia di apertura). Solo quando il CIO minaccia di annullare l'intera competizione, la squadra dell'AHA venne rimossa dalla classifica e perde la quarta posizione.
1952 Tutto in famiglia Nella gara di pattinaggio di coppia si registra un podio all'insegna della famiglia: i tedeschi Peter e Ria Falk, marito e moglie, vincono davanti ai fratelli americani Karol e Michael Kennedy. Il bronzo va ai fratelli ungheresi Marianna e Laszlo Nagy.
1956
007 vince lo slalom col pettorale
135 Nel gigante infligge 6 secondi al connazionale Andreas Molterer. Il giorno dello slalom, invece, il "Fulmine nero di Kitzbuhel" si sveglia in ritardo e arriva in pista a gara iniziata.
Gli viene permesso di partire con il
pettorale numero 135:
costretto a scendere senza poter svolgere la ricognizione delle 92 porte
di gara, Sailer conquista l'oro distanziando di 4 secondi il giapponese
Igaya.
1960 Buongiorno moviola L'austriaco Ernst Hinterseer vince la prova di slalom. La gara segna l'esordio della moviola che caratterizzerà la storia dello sport nel mezzo secolo successivo. I giudici di gara, infatti, chiedono alla CBS di poter prendere visione della registrazione della prova, non riuscendo a decidere su un salto di porta da parte di un concorrente. La CBS, quindi, ha l'intuizione di introdurre come prassi normale la possibilità di rivedere episodi importanti o situazioni controverse avvenute in gara, inventando il replay.
1964
Il bullone più sportivo di Olimpia La coppia italiana è una della favorite per la medaglia d'oro: gli avversari più pericolosi sono i britannici Tony Nash e Robin Dixon. Alla fine della prima manche gli azzurri sono primi, proprio davanti a Nash e Dixon. Poco prima della partenza della seconda manche, Nash si accorge che si è rotto un bullone dell'asse posteriore del proprio bob: un imprevisto che lo escluderebbe dalla gara. Monti, dopo aver concluso la propria manche, che lo pone in testa alla classifica, estrae un bullone dal bob italiano e lo cede ai britannici.
Nash e Dixon vinceranno l'oro, Monti e
Siorpaes il bronzo.
1968
Schranz ha paura dell'uomo nero L'assegnazione della vittoria, però, non avviene senza problemi. L'austriaco Karl Schranz, infatti, denuncia che, mentre stava disputando la seconda manche, un misterioso uomo nero ha attraversato la pista costringendolo a fermarsi. La giuria, quindi, gli concede la possibilità di ripetere la discesa: Schranz non si lascia sfuggire l'occasione e realizza il miglior tempo, ottenendo la medaglia d'oro. Due ore dopo, la giuria gli revoca la vittoria, accusandolo di aver già saltato due porte prima di incappare nell'uomo nero, ma Schranz protesta, dice che a tagliargli la strada apposta è stato un militare francese. Niente da fare: dopo 4 ore di riunione, il titolo olimpico viene assegnato a Killy.
1972
Generazione sci Barbara è una dei componenti dei famosi "Skiing Cochrans", una famiglia che copre mezzo secolo di sport statunitense: oltre a Barbara, il padre Mickey, allenatore della nazionale, il fratello Bob, 9 volte campione nazionale, la sorella Marilyn, 3 volte campionessa nazionale, la sorella Lindy, il nipote Jimmy, la nipote Jessica Kelley e i nipoti Roger Brown e Tim Kelley.
1976
Curry, gossip e Hiv Campione in pista, Curry, è stato spesso al centro di voci e scoop scandalistici riguardanti la sua vita privata. Nello stesso 1976 la Bild-Zeitung rivela la sua omosessualità, provocando inizialmente scandalo in tutta Europa. In seguito il pubblico si dimostra più intelligente di chi aveva voluto fare lo scoop e dimostrerà di ignorare l'orientamento sessuale del campione. John diventa attore e regista teatrale; nel 1987 scopre di avere l'HIV e nel 1991 l'AIDS. E' il momento di svelare la verità riguardo la sua malattia e la sua vita privata. Morirà nell'aprile del 1994 tra le braccia dell'attore Alan Bates, il suo compagno di allora.
1980 Tour de France sul ghiaccio Lo statunitense Eric Haiden vince tutte e 5 le gare di pattinaggio di velocità, ottenendo un record finora mai eguagliato. In seguito Eric diventerà un ciclista (come la sorella Beth, bronzo a Lake Placid). Fallirà la qualificazione olimpica ai Giochi di Mosca, (se ce l'avesse fatta, avrebbe infranto il boicottaggio americano voluto dal presidente Carter: "Sport e politica non vanno mischiate", diceva), e nel 1985 diventerà professionista: riuscirà a vincere diverse gare e a prendere parte al Tour de France del 1986 (esperienza che si concluderà in ambulanza dopo un incidente).
1984 Salto nel buio Il finlandese Matti Nykaenen vince un oro e un argento nel salto con gli sci. 4 anni dopo entrerà nella storia della disciplina vincendo entrambe le gare individuali e la prova a squadre, ma la vita non è una gara, Matti sfiora il cielo e precipita rovinosamente. Nel giro di breve tempo entra nel vortice dell'alcolismo: uno stile di vita scellerato lo costringe addirittura a fare lo spogliarellista in un locale di Helsinki. Prova a diventare un cantante (non ci riesce), si sposa, divorzia, si risposa, ridivorzia fino a perdere il conto dei matrimoni (4 in tutto), viene processato per tentato omicidio per aver accoltellato un amico durante una rissa, finisce in carcere nel 2004, e poi ancora nel 2006 per aver aggredito l'ex moglie, viene denunciato altre volte per rissa, ed ancora alla fine del 2009 viene arrestato, per aver accoltellato alle mani e alla schiena l'ultima moglie.
1988
Dai pattini ai pedali Una storia particolare, quella di Christa, che si alterna tra la carriera di pattinatrice e quella di ciclista, riuscendo a vincere nel 1986 la medaglia d'oro nello sprint ai campionati mondiali di ciclismo su pista. Nel 1988, a Calgary, diventa l'unica atleta ad aver vinto una medaglia alle Olimpiadi invernali e a quelle estive nello stesso anno: oltre all'argento del pattinaggio vince quello nella sprint di ciclismo a Seul.
1992
L'importante è
non vincere Nome sconosciuto, ovviamente. Il problema? Non sapeva sciare, sarebbe stato mandato una settimana prima dell'inizio in Val d'Isere per imparare". Proposta rifiutata, ovviamente. Ma fu anche l'Olimpiade del gigantista costaricano sorpassato in gara dal collega libanese partito 30 secondi dopo di lui e del greco Nikos Anastasiadis, biatleta, che spara 17 colpi lontanissimi dai bersagli, e di cui ancora oggi non si sa dove siano finiti.
1994
Agguato mafioso sul ghiaccio Il 6 Gennaio 1994 la pattinatrice statunitense Nancy Kerrigan viene aggredita al termine di un allenamento. Dalle indagini emerge che Jeff Gillooly, marito di Tonya Herding, rivale della Kerrigan, aveva pagato l'aggressore, Shane Stant, affinché colpisse la Kerrigan al ginocchio destro con una sbarra. La Harding nega di essere l'ideatrice dell'agguato, ma ammette di esserne stata a conoscenza. La federazione americana di pattinaggio vorrebbe toglierla dalla squadra olimpica, ma la Harding minaccia una causa legale miliardaria e può quindi partecipare ai Giochi olimpici di Lillehammer. Nel corso del programma libero sbaglia il primo salto della sua esibizione, e si avvicina in lacrime alla postazione dei giudici chiedendo di poter riprendere l'esercizio a causa di un laccio rotto di uno dei pattini. Terminerà ottava, mentre la Kerrigan, che nel frattempo si è ripresa, conquisterà la medaglia d'argento.
1998
Falla girare (la tavola) Il Canada presenta appello, ma il caso fa discutere: "Sono vittima del fumo passivo. Vivo fra i consumatori di cannabis. L'ultima volta che mi sono fatto uno spinello era l'aprile del 1997", spiega lui. In Giappone, per altro, il possesso di marijuana è punito con la reclusione fino a 7 anni. Dopo le polemiche, in ogni caso, la medaglia gli verrà riconsegnata.
2002 La Bradburata
L'australiano Steven
Bradbury vince la medaglia d'oro nei 1000 metri
dello short track. Nei quarti di finale giunge terzo, ma approfitta della squalifica di Marc Gagnon, giunto secondo, tolto dalla graduatoria per aver causato la caduta di Tamura. Steven accede quindi alla semifinale, dove la sua fortuna prosegue: cadono Kim Dong-Sung e Turcotte, il quale trascina per terra Li Jiajun. Bradbury è in finale, dove, ovviamente, avviene il terzo miracolo: all'ultimo giro l'australiano è nettamente indietro a tutti gli altri. Li Jiajun scivola, Ohno taglia la strada ad Ahn che cade trascinando con sé Turcotte e lo stesso Ohno. Senza troppa fatica, Bradbury diventa il primo atleta dell'emisfero australe a vincere un titolo olimpico invernale. Una bella rivincita, per un atleta che nel 1994 aveva rischiato di morire dissanguato durante una prova di Coppa del Mondo per essere stato infilzato dalla lama di un avversario (per lui si resero necessari ben 111 punti di sutura e 18 mesi di riabilitazione). In Australia diventa una celebrità tanto che le Poste australiane emettono un francobollo da 45 centesimi per commemorare l'impresa.
2006
Fair play fino in fondo Il capo allenatore della Norvegia Bjørnar Håkensmoen se ne accorge e, vedendola in difficoltà, gliene cede uno dei suoi (pur essendo più lungo di 12 cm). Grazie a questo aiuto insperato, la Renner (moglie dello sciatore Thomas Grandi) porta la sua squadra a vincere la medaglia d'argento, facendo cadere la Norvegia fuori dal podio. Sara ringrazia Håkensmoen con una bottiglia di vino, mentre l'ambasciata norvegese viene sommersa di lettere e telefonate dal Nord America. Michael Page, imprenditore canadese, regala al comitato olimpico norvegese 8.000 bottiglie di sciroppo d'acero.
2010 Più pioggia che neve in Canada Se Vancouver può insegnare qualcosa dal punto di vista organizzativo, l'insegnamento riguarda in primo luogo il CIO: organizzare le Olimpiadi a livello del mare è un rischio. E' vero che a Vancouver non si era mai visto un inverno così mite, ma gli organizzatori sono diventati matti per garantire tonnellate di neve là dove neve non c'era. Alla fine ce l'hanno fatta, ma ciò ha comportato uno sforzo economico aggiuntivo notevole, ha ammesso John Furlong, presidente del comitato organizzatore.
2014 Il Cellulare Bollente Lo snowboarder russo Alexey Sobolev ha pensato bene di scrivere il proprio numero di cellulare sul casco indossato durante le gare alle Olimpiadi Invernali di Sochi. Il risultato è stato che in pochissimo tempo l’atleta ha ricevuto oltre 2.000 foto di ragazze poco o niente vestite, accompagnate da messaggi decisamente espliciti, del tipo “love me”. Per nulla infastidito dalla valanga di SMS ricevuti – che hanno letteralmente mandato in tilt il suo iPhone per alcune ore – il giovane atleta russo ha invece gradito parecchio i messaggi delle sue disinibite ammiratrici, tanto da ripromettersi di ricontattare personalmente molte di loro. Al contrario, chi non sembra aver apprezzato più di tanto l'idea è il Comitato Olimpico che ha chiesto all’atleta di togliere subito il suo numero di cellulare dal casco.
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