La Lanterna del Popolo

"La Lanterna del Popolo" - Mensile di Attualità, Cronaca, Cultura, Informazione e OpinioneBenvenuti nel Sito Ufficiale de "La Lanterna del Popolo" - Carovigno (BR) - ITALIA

 

 

 

 

Incendio Kasawika: quanto tempo

ancora la strada sarà transennata?

Suolo pubblico occupato senza alcun ritorno economico a tempo indeterminato a danno dei cittadini

 

© - La Lanterna del Popolo (2025)

di Domenico Basile

Era il lontano 30 Marzo 2024 quando il centro commerciale Kasawika inaugurato da poco in Via Santa Sabina, nei locali dell'ex frantoio dell'imprenditore Franco De Biasi, fu oggetto di un clamoroso incendio.
Il rogo ebbe origine nel piazzale retrostante che separava Kasawika dal supermercato Gelo Service.
In quel momento al suo interno erano presenti il gestore dell'attività, i dipendenti e alcuni clienti.
L'incendio, il più grande della storia cittadina, provocò l'interruzione della corrente elettrica in tutto il quartiere per circa 12 ore, danni ingenti alla struttura che essendosi parzialmente deformata è divenuta inagibile, oltre ai danni materiali procurati all'attività vera e propria in termini di prodotti, scaffalature, impiantistica, etc.
Domato l'incendio da parte dei Vigili del Fuoco, il paesaggio spettrale è balzato subito agli occhi.
Dopo una primissima fase di messa in sicurezza delle aree limitrofe si prospettavano solo 2 soluzioni: dare il via alla ristrutturazione o procedere alla demolizione con successiva ricostruzione dell'edificio.
Le aree limitrofe sono quindi state messe in sicurezza provvisoriamente, ma da allora in avanti nessuna altra attività concreta è stata svolta.
Per tutto questo tempo l'edificio è rimasto col suo aspetto bruciacchiato, con tutto ciò che esso conteneva.
Non è stato fatto neppure un piccolo intervento di sommaria pulizia, una rimozione degli scaffali bruciati, una rimozione degli infissi deformati e sciolti dal calore sviluppatosi nel corso dell'incendio, nulla di nulla.
Dal canto suo il Comune di Carovigno si è limitato a far posizionare una rete metallica a circa 7-8 metri dal prospetto dell'edificio incendiato, quindi in mezzo alla strada, per impedire ai pedoni e alle auto di avvicinarsi all'edificio pericolante, ma nulla di più.
La recinzione, peraltro assolutamente illegale in quanto non rispettosa del Codice della Strada, non è facilmente visibile nelle ore notturne, nè è adeguatamente segnalata da dispositivi luminosi, come avviene invece per tutti i cantieri che occupano il suolo pubblico.
Ebbene, pensate che il Comune di Carovigno o il comando di Polizia Municipale abbiano mai fatto nulla in tal senso? Certo che no!
Poi qualcuno ha pensato di disporre qualche transenna colorata per meglio evidenziare l'angolo compreso tra Via Santa Sabina e Via Maria Montessori, di fatto ammettendo che esiste un reale problema di visibilità.
Secondo voi esiste una delibera comunale che stabilisce la posa di quelle transenne colorate?
Intanto il recinto somiglia sempre più ad un pollaio anzichè un'area messa in sicurezza, e mancano ormai davvero soltanto le galline.
All'interno della recinzione frattanto hanno iniziato a sorgere in maniera del tutto spontanea un albero di fico e vari cespugli di piante ornamentali, dello stesso tipo di quelli già presenti sulla rotonda della Via di Belvedere, insomma la natura sta lentamente riprendendo possesso del territorio.
Eppure sono passati esattamente 9 mesi, una vera e propria gravidanza al termine della quale qualsiasi madre mette al mondo il proprio bambinello.
In questo caso invece la gestazione è terminata, ed è terminata perfino la settimana ostetrica, ma il bambinello non si vede ancora.
Forse il Comune di Carovigno a questo punto farebbe bene a darsi una mossa perchè il tempo delle lunghe attese è ampiamente finito.
Gli automobilisti in transito non possono continuare a circolare lungo la principale arteria viaria del paese con la carreggiata ristretta a tempo indeterminato ed indefinibile.
Non è assolutamente normale che un Comune subisca passivamente questa situazione senza prendere un briciolo di iniziativa.
Fra le tante domande che ci si pone infatti, viene da chiedersi: chi pagherà l'occupazione del suolo pubblico fin qui occupato da oltre 9 mesi?
Quanto presume di introitare il Comune di Carovigno dalla tassa per l'occupazione di suolo pubblico?
L'ente comunale non starà forse rimandando ogni azione per poter massimizzare l'entrata?
O forse il Comune di Carovigno non starà facendo nulla è basta?
"Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?" diceva il grande Cicerone nella sua orazione al Senato romano, ed allo stesso modo i cittadini dovrebbero dire: "Per quanto tempo ancora, Comune di Carovigno, abuserai della nostra pazienza?"
Anche la pazienza di una cittadinanza intera prima o poi può esaurirsi.