La Lanterna del Popolo

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Grave incendio in Via Santa Sabina:

nube tossica e blackout per 12 ore!

L'impressione è che si tratti di un incendio doloso: l'esercizio non era visto di buon occhio fin dall'apertura

 

© - La Lanterna del Popolo (2024)

di Domenico Basile

Carovigno ha vissuto il più grande incendio di un edificio nella storia cittadina.

Divampato intorno alle 14 di Sabato 30 Marzo 2024 nel centro commerciale Kasawika inaugurato da poco in Via Santa Sabina, nei locali dell'ex frantoio dell'imprenditore Franco De Biasi, il rogo ha avuto origine nei locali posteriori o nel piazzale retrostante che separa Kasawika dal supermercato Gelo Service.

Al suo interno erano presenti il gestore dell'attività, i dipendenti e alcuni clienti.

Alte lingue di fuoco fuoriuscivano dalle grandi vetrate di ingresso, unite a piccole esplosioni provenienti dall'interno dei locali, ma preoccupava soprattutto le densa coltre di fumo nero che si sviluppava dall'incendio che interessava materie plastiche ed infiammabili di ogni genere.

L'incendio alimentato da un sostenuto vento di scirocco ha così letteralmente invaso Via Santa Sabina, ma soprattutto il Rione Conella i cui abitanti sono stati costretti a chiudere porte e finestre barricandosi in casa per evitare di respirare i fumi tossici sviluppati soprattutto dai materiali plastici arsi.

A complicare la situazione i tanti cittadini che, spinti dall'incoscienza e dalla morbosa curiosità collettiva, tipica della comunità carovignese, si improvvisati cameraman per riprendere coi loro smartphone quanto stava accadendo.

Dopo lo stupore iniziale, la macchina dei soccorsi si è messa rapidamente in moto e sul posto sono subito intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco, i volontari della Protezione Civile Carovigno che si sono occupati di dirottare il traffico da e per Via Santa Sabina su un percorso alternativo, e i volontari della Croce Rossa per fornite aiuto e supporto a chi ne avesse bisogno, e fortunatamente non sono stati registrate vittime nè feriti.

L'incendio ha letteralmente sciolto perfino i cavi della pubblica illuminazione e quelli della rete elettrica di fornitura dei privati che sono rimasti senza corrente.

I vigili del fuoco hanno dovuto lottare per circa 12 ore per riuscire ad aver la meglio sulle fiamme, impegnando ben 3 squadre di pompieri tanto che è stato possibile ripristinare la normale fornitura di energia elettrica ai residenti del Rione Conella soltanto verso le 2 di notte.

Ma il giorno successivo è stato necessario passare ad analizzare i gravi danni non solo dovuti alla distruzione della merce, ma soprattutto per la struttura muraria ed i solai che sembrano destinati alla demolizione.

Tante le ipotesi, ma quella più accreditata, a nostro modesto avviso, resta quella dell'incendio doloso, a scopo intimidatorio o nel circuito del racket.

Infatti, l'apertura del centro commerciale Kasawika fin da subito non era stata vista di buon occhio, ed i primi segnali si coglievano già nei commenti di chi lamentava la scelta di autorizzare l'apertura di un centro commerciale lungo la principale arteria del comune di Carovigno, un centro che, inizialmente privo di parcheggi, avrebbe procurato non pochi problemi sia per il carico e scarico merci e sia per i prevedibili rallentamenti del traffico in quel tratto di strada.

Guarda caso, lo stesso giorno dell'inaugurazione il centro Kasawika viene chiuso e l'apertura rimandata a seguito di un esposto che lamentava il mancato rispetto di alcune prescrizioni di legge, e la carenza di autorizzazioni.

Sono seguite alcune settimane nel corso delle quali i gestori del Kasawika si sono muniti delle autorizzazioni mancanti soddisfacendo gli adempimenti richiesti e giungendo così alla nuova apertura.

Ma ecco che poche settimane dopo questo incendio è giunto a porre fine alla storia non ancora nata e già finita, del centro commerciale Kasawika.

Al momento si indaga ancora sulle cause, ma ci sentiamo di poter escludere sia l'ipotesi dell'autocombustione, sia la causa accidentale, poichè non c'erano affatto le temperature e le condizioni per un innesco naturale.

L'origine dolosa ci appare evidente e chi non la vede non vuole vederla.

La speranza è che dalle videocamere di sorveglianza della zona sia possibile risalire agli autori del gesto che avrebbe potuto provocare rischi e danni peggiori, soprattutto ai dipendenti, clienti, passanti o residenti della zona.