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La Lanterna del Popolo |
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SCUOLA MEDIA "SALVATORE MORELLI" DI CAROVIGNO
Bennardi Luigi 1° Classificato Assoluto Premio per la Critica
LA DISOCCUPAZIONE Siamo nel XXI secolo era di tecnologia e scoperta, ma purtroppo esiste ancora molta gente in difficoltà, con problemi molto seri. Non tutti coloro che sono in grado di svolgere un'attività lavorano fuori casa: alcuni studiano, altri sono in pensione o si dedicano ai lavori domestici. Neppure tutta la forza lavoro in Italia è effettivamente occupata: molti sono disoccupati per aver perso il loro lavoro o perché alla ricerca del primo lavoro. Fra queste persone si sviluppa il fenomeno della disoccupazione, condizione delle persone che, pur essendo idonee a svolgere un'attività lavorativa e desiderose di lavorare, non trovano un'occupazione. La disoccupazione è un problema molto serio; è causa di povertà e di frustrazione psicologica. Per questo motivo il tasso di disoccupazione viene utilizzato come una misura del benessere dei lavoratori, oltre che come indicatore dell'utilizzazione delle risorse umane. Gli economisti distinguono 4 tipi di disoccupazione: frizionale, stagionale, strutturale e ciclica. La disoccupazione frizionale si ha quando i lavoratori in cerca di impiego non lo trovano immediatamente: durante la ricerca vengono considerati disoccupati. L'ammontare della disoccupazione frizionale dipende dalla frequenza con la quale i lavoratori cambiano lavoro e dal tempo impiegato per trovarne uno nuovo. La disoccupazione stagionale si verifica quando le industrie hanno un calo di produzione in un certo periodo dell'anno. La disoccupazione strutturale nasce dallo squilibrio tra il tipo di lavoratori richiesto dai datori di lavoro e le persone in cerca di occupazione. Se poi i datori di lavoro reclutano il personale secondo principi discriminatori di sesso, razza, religione, età o provenienza, la disoccupazione può aumentare anche in presenza di una forte richiesta di manodopera. La disoccupazione ciclica viene determinata da una generale assenza di domanda di lavoro. Il problema dei governi odierni è garantire ai rispettivi sistemi economici i benefici della flessibilità del lavoro e dell'aumento della produttività e nello stesso tempo ridurre il numero di senza lavoro, abbreviare i periodi di disoccupazione, sostenere il reddito dei disoccupati e aiutarli a tornare nel mondo del lavoro. In Italia vi è tantissima gente in cerca di lavoro, e secondo me la colpa è sia del popolo che dei rappresentanti di Stato. Nel meridione come nelle altre parti d'Italia, ci sono tantissimi monumenti abbandonati (masserie, casali, ecc…) Con un po' di interesse da parte dello stato e più impegno da parte dei lavoratori, si potrebbero organizzare, con corsi istruttivi, squadre di lavoro, pronte a mettere a nuovo queste strutture che, una volta terminate, potrebbero essere meta di turismo e fonte di grande guadagno. La stessa cosa dovrebbe essere fatta per i paesi, dai più sperduti paesi di montagna alle più grandi città. Questo progetto si adatterebbe perfettamente al nostro paese: Carovigno, che sarebbe un paese molto più conosciuto se non fosse per il disinteressamento dell'amministrazione comunale. Alcuni lavori sono stati avviati, come la piazza, ma sono pochissimi rispetto a quanto ci sarebbe da fare. Si potrebbe impegnare gente nel castello, dove si potrebbe aprire una biblioteca comunale; in piazza o nella "Terra", dove si potrebbero aprire delle bancarelle per i turisti; nei parcheggi, come vigilanza; in negozi tipici (vendita di prodotti del posto); in villa comunale, come salvaguardia dell'ambiente, ed in tantissimi altri posti. Una cosa che mi preme dire è l'utilità di un ospedale, o almeno un pronto soccorso, che nel nostro comune offrirebbe il posto di lavoro a tantissime persone che giunte alla fine degli studi è costretta a trasferirsi al nord o nei grossi centri, molto lontani. Molta gente non dovrebbe pretendere un lavoro importante, potrebbe dedicarsi all'agricoltura o all'allevamento, magari coltivare il pezzetto di terra che quasi ogni famiglia meridionale, ha, e così tramandare le tradizioni su cui il nostro mezzogiorno è basato. Molti datori di lavoro preferiscono assumere gli extracomunitari, perché non sono iscritti a sindacati e quindi non fanno scioperi e si adattano alla paga, spesso molto bassa. Dovrebbero assumere italiani o almeno loro connazionali, con tutto il rispetto per gli extracomunitari, ma mi sembra più urgente risolvere questo problema che affligge il nostro paese. Una volta risolto, si potrà passare alla considerazione di queste persone che emigrano dalla loro terra, spesso con un titolo di studio per trovare un lavoro in un paese che di problemi ne ha tanti, può risolverli, ma non vuole. La disoccupazione è un problema che è diventato una vera e propria "piaga sociale". Si può risolvere con le possibilità precedentemente elencate, ma anche con tantissime altre. I nostri governanti, dato che hanno l'obbligo di governarci, dovrebbero pensare di più al popolo italiano, renderlo uguale e superiore agli altri. Risolvere i problemi non è impossibile, con volontà la disoccupazione si scrive nella storia e si cancella dal Presente. Il lavoro è un diritto, ma anche un dovere. Non dobbiamo metterlo da parte, dobbiamo ricordare sempre che: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" (art. 1 Costituzione della Repubblica Italiana). |
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